La dottoressa Mita Terenzi espone la trasformazione che negli ultimi anni ha riguardato il settore ambientale, con un cambio di mentalità che ha portato un passaggio dalla gestione commerciale a quella ecologica.
Da circa quattro anni a questa parte, il mercato del settore ambientale ha subito notevoli trasformazioni: si è passati da un aspetto prettamente commerciale del rifiuto a una gestione più ampiamente ecologica. Questo passaggio da gestione commerciale a gestione di servizi ha condizionato i prezzi e il valore dei rifiuti stessi, creando da un lato un’impennata dei costi di smaltimento e, dall’altro, un forte calo del valore della commercializzazione stessa». La dottoressa Mita Terenzi, direttrice commerciale della perugina Terenzi Srl, spiega così la situazione attuale nel settore.
Ne dà un quadro ancora più chiaro l’esperienza diretta all’interno dell’azienda umbra.
«Abbiamo affrontato tale situazione di mercato supportando le aziende nella gestione dei servizi inerenti ai rifiuti a 360 gradi – dice Terenzi -, attraverso l’esperienza (affiancata da costanti aggiornamenti formativi) e attraverso l’ampliamento della gamma dei rifiuti richiesti, anche con il reperimento di centri di destino finale diversificati. In questo modo, abbiamo consolidato la notevole espansione aziendale operata negli anni grazie agli investimenti in nuove tecnologie per la raccolta, il trasporto, la selezione dei singoli materiali e le strategie di collaborazione con le aziende municipalizzate. Infine, aderiamo ai consorzi di filiera nazionali come Co.mie.co per la raccolta della carta, Co.re.pla per la raccolta della plastica e Rilegno per la raccolta del legno». Terenzi, poi, entra nello specifico delle esigenze che si sono affermate negli ultimi anni. «Le richieste dei clienti oggi sono aumentate e si rivolgono principalmente a un piano gestionale più che pratico. Essendo entrate nell’ambito delle Certificazioni ambientali molte più aziende, sono aumentate le esigenze di documentazione e controllo sia interno che di monitoraggio. Ne è un esempio l’esigenza di trovare soluzioni per la raccolta durante il periodo Covid-19 di questi ultimi mesi. Altro aspetto è la puntualità nel riscontro dei dati richiesti e la celerità nell’esecuzione dei servizi di ritiro. Non meno i consorzi con le richieste dei quantitativi prodotti».
La missione di Terenzi è di contribuire a realizzare un corretto e razionale riutilizzo dei “rifiuti” «nell’intento di preservare l’ambiente e, quindi, la salute di tutti noi cittadini, grazie all’esperienza, competenza, dedizione e professionalità di tutti coloro che vi lavorano – continua l’imprenditrice perugina – cercando di ridurre gli sprechi riutilizzando materiali non ancora arrivati a fine vita. Le principali caratteristiche che ci distinguono sul mercato sono la presenza storica nel settore che ci ha visto operare già nel dopoguerra e ha determinato una forte conoscenza anche pratica sul campo. Inoltre, basandoci su una gestione familiare, il nostro obiettivo è di vivere l’azienda e le relazioni con le attività che ne fanno richiesta, in maniera diretta. Non meno importante è il rapporto di fiducia che nel tempo si è instaurato con i nostri clienti grazie all’affidabilità e all’attenzione nei particolari». Per concludere, uno scorcio del prossimo futuro. «Mi auguro che nel nostro ambito si parli più di fattibilità che non di potenzialità. infatti, si subisce la crisi di settore anche per la carenza di impianti di destino finali con capacità esaustive per il territorio di riferimento. Ancora oggi molti rifiuti vengono gestiti fuori regione, se non fuori dal paese. Le strutture e le innovazioni tecnologiche in Italia sono pressoché stazionarie. Questo comporta enormi costi di gestione per le strutture esistenti e costi altrettanto elevati per le aziende che vi si appoggiano. In questa fase di stallo del settore, ci stiamo dirigendo verso una soluzione volta a migliorare i servizi offerti, con l’intenzione di rispondere nel più breve tempo possibile alle esigenze delle aziende circostanti, attraverso lo sviluppo di una tecnologia digitale che ottimizzi i tempi di richiesta e quelli di risposta: passando da una fase di comunicazione interna ed esterna ad una organizzazione logistica vera e propria che monitori tutte le fasi della gestione del rifiuto, dalla richiesta allo smaltimento/recupero finale». La proposta aziendale per un’economia più “pulita” è di dirigersi verso una maggiore propensione a generare rifiuti il più possibile riciclabili attraverso una attenta ed indispensabile diversificazione.
«Ci vediamo impegnati da tempo oramai fare visitare i nostri impianti alle scuole, soprattutto ai bambini in età della scuola primaria, per cercare di creare una nuova forma mentis». • Renato Ferretti
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